Il 27 ottobre, per ricordare i nostri animali domestici
In questi giorni ho letto una notizia curiosa e molto bella: la tradizione messicana dedica il 27 ottobre al ricordo degli animali domestici scomparsi. È, infatti, il Día de los Muertos, il giorno dei morti, dedicato ai cani e agli altri animali domestici che ci hanno lasciato. Ho cercato informazioni in merito per documentarmi di più sull’argomento e ho così scoperto che è un uso che affonda le sue radici nelle antiche civiltà Azteca e Maya e che è dedicato in particolare ai cani: per gli Aztechi, infatti, era il migliore amico dell’uomo sulla Terra e nell’Aldilà. Non ci abbandona mai ed è con noi e ci accompagna sempre. Ma nessun animale domestico amato è escluso dalla ricorrenza: dunque, in base a questa credenza, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre i nostri cani, i gatti e tutti gli animali che abbiamo amato tornano a farci visita e a rivedere i luoghi in cui hanno vissuto. E il 28 è dedicato a chi ha avuto una morte ingiusta e violenta.
Per celebrarli, e per celebrare il momento del loro ritorno, è uso allestire un altare, sul quale poggiare la foto del proprio animale domestico, delle candele, il suo cibo e i suoi giocattoli preferiti e adornarlo con il Cempasúchil, ovvero il fiore di Tagete erecta (Linneo, Species Plantarum, 1753). Il fiore, della famiglia delle Asteraceae, simboleggia la vita che rinasce dalla morte. I suoi petali, inoltre, vengono sparsi a formare un soffice sentiero, che assieme alle candele accese, illumina la via del ritorno.
Non è un giorno triste: i nostri amati animali sono ricordati con gioia e amore. È un giorno per ringraziarli di tutto quanto ci hanno donato, per onorare la loro memoria, la loro grandezza e il legame unico e insostituibile che ci univa.
Io lo vedo anche come un giorno per esprimere desideri e speranze: un giorno ci rivedremo e sarà come se non fosse mai trascorso un istante dall’ultima volta che ci siamo guardati negli occhi, come se non ci fossimo mai lasciati.