La bellezza delle righe

Da sempre preferisco scrivere su quaderni a righe (non a caso il nome del blog è Storie in punta di righe), anche se capita che io usi dei quaderni a quadretti, se possiedono certe caratteristiche (per esempio, adoro la carta di colore giallo paglierino leggerissimo che con i quadretti si armonizza alla perfezione) o se ho bisogno di maggior ordine – i quadretti aiutano a incolonnare, a lasciare uno spazio al margine più definito o una pagina intonsa tra una sezione e l’altra, tra un punto e l’altro, per aggiungere e completare in un momento successivo, o a incorniciare frasi e parole quando studio.
Le righe mi danno la misura del tempo, rappresentano lo spazio che si allarga e propaga la sua forza man mano che scrivo. Scorrono, non bloccano i pensieri e l’immaginazione. Regalano la libertà di creare, senza la preoccupazione di andare storto o di sciupare la loro bellezza con frecce, disegni e colori, anzi! Sono come un filo delicato e discreto, con cui mi accompagnano ogni giorno. Grazie a loro diventa più facile riprendere il filo del discorso l’indomani. Le righe accolgono le mie emozioni, le conoscono e le custodiscono preziose come un segreto. Sanno che molte delle parole che contengono prenderanno il volo, usciranno dai loro confini, prenderanno forma attraversando altre strade e tracciando e marcando nuovi itinerari.
Sanno che per ogni problema c’è una soluzione, anche se non si trova subito.
Stanno sulla pagina stabili, e infondono, con il loro esser tranquille e con la loro discrezione, dolcezza e sicurezza.

Le righe sono del narratore, del poeta, del letterato, del saggista… di chiunque voglia scrivere. Non sono gelose dei quadretti, li guardano con affetto. Sono il luogo ideale in cui posare le parole.

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