La revisione, la spada di Damocle dello scrittore

La storia della spada di Damocle ci viene da un autore greco e da alcuni autori latini classici. La versione elaborata da Cicerone è contenuta nel Quinto Libro delle Tusculanae disputationes, che racconta aneddoti e vicende del tiranno di Siracusa Dioniso I il Vecchio, ed è la più completa.

Damocle era un cortigiano e un adulatore di Dioniso. Un giorno fu particolarmente prodigo di elogi e lusinghe verso Dioniso, il quale, al termine del suo panegirico, lo invitò a cena, un modo per fargli sperimentare e dargli un assaggio della sua vita, affinché Damocle si mettesse nei suoi panni. Lo invitò alla sua mensa, imbandita in modo magnifico, con cibi e delizie di ogni specie, vasi d’oro e d’argento cesellato, e lo fece sedere al suo posto. Su un letto d’oro coperto da un drappo ricamato, Damocle fu servito come un re. Intorno a lui c’erano unguenti e ghirlande e venivano bruciati degli incensi. Scorreva tutto fluentemente, finché Dioniso non fece appendere al soffitto, sopra la testa di Damocle, una spada sorretta soltanto da un crine di cavallo. Damocle, pallidissimo, accortosene, chiese al sovrano di lasciarlo andare via. Aveva compreso che la vita di un tiranno, per quanto egli sia potente e grande, è piena di pericoli e preoccupazioni. E non così felice come chi conduce una vita libera e semplice.

La revisione è un po’ la spada di Damocle per uno scrittore e una scrittrice. I primi tempi è appesa a un crine di cavallo, poi a una catena robusta, che le impedisce di cadere. Infine, siede accanto a lui o a lei. È un’operazione da compiere con grande, intrepido coraggio: se c’è da tagliare, si taglia senza indugio, se c’è da cancellare e riscrivere, si cancella e si riscrive. Il testo finale ha bisogno di respiro arioso. Di armonia e di vitalità.
In fase di revisione, l’immagine della struttura del testo deve emergere chiara e limpida, e in tutta la sua bellezza. Il lettore non deve scoprire tutto e subito, ma seguire l’onda del mistero, del fascino, della magia che una storia porta con sé ed esserne, felicemente, avvolto.

La revisione, perciò, al principio è un’operazione di cui si avverte tutta l’importanza e che può intimorire per tal motivo, poi, una volta sperimentato, in concreto, che è il basamento dell’opera finita e che non è poi così paurosa come sembrerebbe, diventa un momento irrinunciabile, affrontato con autentica gioia.

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