Perché scrivere a mano
Ricordo ancora i primi esercizi a scuola per imparare a scrivere: aste e cerchi. Che svolgevano i miei compagni di classe, perché io sapevo già scrivere – me l’aveva insegnato mia sorella – e mi annoiavo a far qualcosa che per me non era necessario, oltre che inutile. Ho continuato a scrivere a mano anche quando comprai il mio primo computer, nel lontano 2000 (se non erro, era ottobre, chissà che da qualche cassetto ne riemergano i documenti, per esserne certa). La situazione cambiò per via degli ultimi anni dello studio universitario: prendevo meno appunti e tanto materiale era dato dalle slide (la versione moderna dei lucidi di antica memoria) e dalle dispense, che bisognava stampare, dopo averli scaricati dalla pagina del docente, e imparare. Inoltre, erano spesso richiesti contributi personali (tesine, opinioni su attività svolte in aula) da portare scritti a PC e stampati di fresco. Preparai anche la tesi digitando per un buon 80% del testo, non sarebbe stato molto pratico scriverla tutta in brutta copia a mano e poi ricopiarla sul file, sicché, armata solo delle mie migliori intenzioni, dei miei appunti e dello schema del mio elaborato, digitai per mesi.
Dopo la tesi mi accorsi che era tanto che non scrivevo più a mano e che la tecnologia, invece di darmi sollievo e di agevolarmi, mi appesantiva. Sentivo innaturale scrivere solo guardando uno schermo. Avvertivo troppo forte il distacco tra il pensiero e le parole pensate e le parole scritte. Perdevano d’anima, il loro senso si diluiva. E così comprai quaderni e blocchi per appunti in gran quantità e penne a punta fine di una tonalità di azzurro che ho sempre adorato e ricominciai a scrivere su carta. Sembravo poco moderna? Anacronistica? Non mi importava… Non interruppi mai questa sana abitudine, a parte una pausa di qualche anno fa, doveva essere il 2017. Nell’ultimo anno e mezzo ho quasi sempre scritto prima a mano e poi ricopiato a computer. Ho anche ripreso l’abitudine di tenere un journal delle stagioni e i miei appunti sono tutti (questi sì: TUTTI) presi e annotati a mano.
Scrivere a mano, con carta e penna, è un gesto che oggi può sembrare antico, ma che non ha perso nulla della sua grandissima importanza. Anzi! La scrittura a mano coinvolge i nostri processi cognitivi. Allena la memoria, aumenta la proprietà di linguaggio. Diminuisce gli errori ortografici. Ci abitua a pensare e a scoprire.
Da tempo le neuroscienze sottolineano i benefici per i più piccoli di imparare a scrivere a mano. Da adolescenti e da adulti contribuisce a formare la nostra identità: scrivere a mano è un atto personale. Mantiene intatta la curiosità e il desiderio di conoscere ed esplorare (almeno, così è per me). Aiuta a prendere coscienza di sé (o a riprenderla), a scendere nella propria interiorità, viverla, nelle sue profondità, anche (specie!) le più segrete e nascoste e ad acquisire consapevolezza di tutto questo. Con la scrittura, si esprime la propria personalità. Permette di tenere traccia della nostra storia.
La scrittura a mano coinvolge molte aree del nostro cervello, oltre a quella della manualità, le aree del controllo del movimento, del pensiero, del linguaggio, della memoria, inclusa la memoria di lavoro, e delle emozioni. Scrivere in corsivo stimola le connessioni tra i neuroni e ne crea di nuove. Aumenta la concentrazione. Porta ad avere più alti livelli di comprensione di ciò che si sta facendo. Può sembrare un paradosso, ma, poiché scrivere a mano è un processo lento, complesso ed elaborato, favorisce l’apprendimento: si impara più velocemente, in modo più profondo e con un maggiore consolidamento della conoscenza.
Scrivere a mano migliora anche le capacità di scrittura: chi scrive a mano scrive di più rispetto a chi si affida alla tastiera. E fare più esercizio – cercare i vocaboli giusti e precisi, imparare a correggersi, riflettere sulle idee, su come costruirle e su come si sono rese in frasi – aumenta la qualità della scrittura, oltre che le nostre capacità cognitive e di pensiero critico. E insegna a risolvere i problemi: perché quando scrivi sei tu e il foglio, devi cercare cosa scrivere e come, e se qualcosa non funziona devi migliorarlo finché non ha trovato la forma e il grado di espressività corretti e che senti corretti. Scrivere è infatti un impegno e un investimento emotivo, una sfida con sé stessi.
E poi… scrivere a mano è bello! È un’esperienza ogni volta unica e arricchente. Una fonte di crescita, di saggezza. È esprimere la propria creatività – e un darle forma. È oasi di libertà.
Scrivere è vita!