Scrivere in libertà
Come si impara a scrivere? Leggendo tantissimo e, fatto ciò, approfondendo con determinazione le proprie conoscenze grammaticali e linguistiche oltre le basi e facendo esercizio, scrivendo. Scrivendo anche quando non si ha la minima idea di cosa scrivere e pur se non se ne avverte il desiderio (il sacro fuoco della scrittura si alimenta anche quando in apparenza non abbiamo nulla con cui ravvivarlo). Scrivendo dimenticandosi di tutti i problemi che si possono avere (naturalmente ci sono circostanze della vita in cui la scrittura può attendere per un po’. Ma ci aspetta sempre fiduciosa, non temere), di tutte le difficoltà incontrate il giorno prima.
La scrittura si costruisce e si sviluppa su tante dimensioni: è progettazione e passaggio all’azione, è pensiero e lavoro minuto e paziente sul foglio. Troppo spesso ci si preoccupa del blocco da pagina bianca, che, invece, si risolve avendo in mente il percorso che si vuol compiere e scrivendo, senza caricare il momento in cui si inizia a scrivere di attese eccessive né di leggera faciloneria. La scrittura è vita che esplode, meraviglia, gioia, è la felicità di creare una storia da raccontare al mondo, è la libertà di esprimere le proprie idee e i propri pensieri. È ingegno, capacità di costruzione, è trasformazione (tutti i testi, salvo rare eccezioni, sono il prodotto di idee, riflessioni e ricerche che diventano appunti e schemi, tracce e canovacci, brevi minute, le basi per stendere frasi, capoversi, paragrafi, in un movimento d’espansione che termina nel testo rivisto e corretto, pronto per il suo lettore). È impegno e fatica, che regalano, oltre al prodotto finito, soddisfazione e consapevolezza.
Scrivere senza preoccuparsi troppo degli ostacoli, certi che si supereranno, e senza cadere nell’ingenuità di avere la pretesa di saper già tutto senza rendersi conto, senza vedere i propri errori, significa scrivere in libertà, un passo dopo l’altro verso la meta: un testo ben costruito, pronto per il suo lettore.