Cosa vuol dire scrivere una storia
Scrivere una storia significa costruire un mondo. E non è una metafora trita e ritrita: è la realtà. Una storia nasce da un piccolo nucleo luminoso che via via si espande sempre di più. Inizia a crearsi da un’idea germinale, cresce secondo certe regole, in parte generali, comuni ad ogni storia, e in parte proprie, e una sua struttura, trova il suo asse portante nel tema e nel suo messaggio, si arricchisce di particolari e sfumature lungo il percorso e, infine, prende la sua forma definitiva e completa sulla carta con la prima stesura e le successive. Mi piace paragonare la prima stesura e la sua prima parola a una sorta di Big Bang: una grande esplosione creativa da cui nasce un universo in rapida espansione.
La scrittura è un’operazione, un atto che coinvolge totalmente: in ogni singola pagina, in ogni singola riga confluiscono impegno, cuore, fantasia, inventiva, razionalità, ideali, esperienza, linguaggio, amore per le parole, ricerca.
Scrivere una storia significa possedere IL proprio modo con cui guardare e rappresentare il mondo reale e quello fantastico e sapere come lo vogliamo rappresentare al lettore, in un rapporto autentico, sincero, aperto. È saper elaborare il proprio pensiero, per coinvolgere, per emozionare, per dire e far provare sentimenti, per muovere l’animo.
Scrivere è vivere un’esperienza e lasciarla vivere al lettore. È una forma di conoscenza, del protagonista e degli altri personaggi, della loro umanità, di ciò che loro accade, di luoghi, del tempo e del modo migliore per renderla a chi ancora non la conosce.
Scrivere è avere una visione, o una somma di visioni, da trasferire nella storia, senza mai forzarla. La storia si nutre come una radice, occorrono macroelementi e microelementi. E, quasi per converso, dà voce a una visione, perché ne è parte, senza farsene mai travolgere e conservando la sua individualità.