IL VOCABOLARIO DELL’AMORE: 7 PAROLE STRANIERE (INTRADUCIBILI) CHE PARLANO D’AMORE l

Esprimere i sentimenti d’amore, tradurli in parole uniche capaci di definire le tante, ma davvero tante, sue sensazioni e manifestazioni è difficile. In italiano possiamo farlo con più parole o con intere frasi. Ma vi sono lingue straniere che con pazienza e perizia le hanno descritte e sintetizzate in una sola parola. Io ne ho scelte 7 che mi piacciono particolarmente.

 

Cafuné

È una parola portoghese. Cafuné definisce il gesto di passare, di far scorrere le dita tra i capelli della persona amata. Un gesto dolce e pieno di tenerezza, segno di un legame profondo e confidente.

Che cos’è una carezza?
È l’amore che passa silenzioso tra i tuoi capelli.

 

Cwtch

abbraccio tenero e sicuro Il gallese ci regala la parola cwtch, che indica l’abbraccio che dà sicurezza e protezione. Il termine significa anche coccola. Questo accostamento di significati mi piace. Quando ci troviamo tra le braccia della persona amata ci sentiamo anche coccolati. E l’abbraccio diventa il luogo più sicuro che esista.

È un castello che non può essere colpito, il porto che abbiamo scelto per ormeggiare la nave. Tra le braccia della persona amata nulla può turbarci: sono il confine del nostro mondo.

 

Geborgenheit

In tedesco Geborgenheit  è la sensazione di sicurezza che si prova stando insieme a chi amiamo, trascorrendo il tempo con lei. Nulla ci spaventa in quei momenti. Quando siamo insieme alla persona amata, stiamo bene, siamo tranquilli e ci sentiamo protetti.

 

Iktsuarpok

Nella lingua Inuit indica lo stato d’animo di grande attesa, di fermento interiore che si prova e che si vive nel tempo che precede l’incontro (per esempio, un appuntamento), il ricongiungersi (come il rientro a casa) con la persona di cui si è innamorati. In origine indicava lo scrutare l’orizzonte in attesa di veder spuntare delle slitte. Di lì ha preso a indicare l’emozione degli innamorati.

L’iktsuarpok è la sensazione che ci pervade quando controlliamo il telefono per vedere se ci arriva un messaggio o una chiamata, quando guardiamo dalla finestra o da una panchina alla stazione se chi amiamo sta arrivando e lo cerchiamo di continuo.

 

Koi no yokan

In giapponese è la sensazione di consapevolezza di incontrare qualcuno per la prima volta di cui certamente ci si innamorerà. E questo vale anche per l’altro: è sapere di incontrare presto qualcuno mai visto e conosciuto e avere il presentimento di essere destinati ad innamorarsi l’uno dell’altra.

 

Naz 

Il termine viene dalla lingua Urdu: è l’orgoglio che si prova quando si sa di essere amati qualunque cosa si faccia. È l’orgoglio di essere oggetto di un amore totale, forte e puro, un orgoglio che portiamo dentro e che non abbiamo paura di mostrare al mondo.

 

Oodal

L’Oodal è la rabbia esagerata, teatrale e il tenere il broncio tra innamorati che scaturiscono da motivi che non dovrebbero, oggettivamente, fare arrabbiare, al solo scopo di farsi chiedere scusa. È in sostanza un offendersi per una particolare ragione che… in realtà non esiste per poi fare pace. È un litigare per rinforzare la relazione, il legame che c’è tra i due. Non è tanto un mettersi alla prova quanto un confermare il proprio amore.

 

Retrouvailles

Il francese possiede questa bellissima parola, retrouvailles (sì, con la s, perché in francese è plurale), per  esprimere la felicità di ritrovare la persona amata dopo un lungo periodo di tempo di separazione.  

Amare non significa trovare…
significa ritrovarsi.
Corrersi incontro col cuore che batte di gioia,
abbracciarsi al ritorno da un lungo viaggio
fatto nelle stanze di pensieri corrisposti.

2 Comments
  1. novecentomilaepiu

    vedo che ami molto questi termini stranieri… con tutto il rispetto per le tue scelte, io sono sempre per l’uso della lingua italiana che ha infinite sfumature…

    • Federica

      Ciao e grazie di essere passato dal mio blog! Da un paio d’anni, nel mio blog Scrivere grammaticando, difendo la lingua italiana e ne promuovo il corretto uso. Non è questione di apprezzare e sostenere i termini stranieri al posto dei termini italiani, ma di portare l’attenzione sulle tante sensazioni ed emozioni che proviamo e che spesso, nella nostra lingua, non sono descritte ed espresse da un’unica parola, che, invece, sarebbe bello avere nel nostro dizionario.

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