IL PICCOLO GIRASOLE
C’era una volta un piccolo girasole. Era nato in ritardo rispetto agli altri, quando era già piena estate, e col caldo faticava a crescere. Era così piccolo che nessuno si interessava a lui, né il proprietario del campo né gli altri girasoli. Questi ultimi, infatti, erano tutti impegnati a crescere e a diventare sempre più alti. Non appena il sole sorgeva, sollevavano le loro corolle e trascorrevano tutto il giorno a seguire il suo movimento e a ruotargli intorno per beneficiare al massimo dei suoi raggi splendenti. Il loro colore giallo illuminava l’intera campagna e chi passava da lì si incantava a guardarli: quella distesa era meravigliosa e sembrava fatta solo di oro e di luce.
Chiunque notava la bellezza di tutti quei girasoli. O meglio: chiunque notava la bellezza di tutti quei girasoli tranne che di uno. Il piccolo girasolino, infatti, nonostante l’aridità del terreno e i suoi sforzi, era cresciuto ma non poteva certo dirsi simile agli altri. Ahimé, era rimasto basso ed esile.
Un pomeriggio il sole, mentre stava tramontando, pensò che poteva fare qualcosa in più per quella piccola pianta tanto desiderosa di crescere. L’indomani mattina spuntò un po’ prima del solito. Chiamò in suo aiuto la rugiada. Insieme, con molta delicatezza, mentre ancora il girasolino dormiva, lo sradicarono dal campo e lo trasportarono in un giardino. Lo misero al centro di un’aiuola, la rugiada gli bagnò la testa e le radici per rinfrescarlo. Coprirono la sua base con l’erba e chiesero alle rose lì vicine di spiegargli, non appena si fosse svegliato, che l’avevano portato lì perché finalmente crescesse e stesse meglio.
Poco dopo, infatti, il fiore si svegliò e si guardò intorno spaesato. Non sapeva dove si trovava ed era debole per il viaggio sostenuto. Le rose gli spiegarono quello che era successo e il motivo della sua presenza in quel posto nuovo e sconosciuto.
In pochi giorni il girasole si riprese e col tempo crebbe anche lui alto e forte. Presto si scordò dei girasoli che lo avevano trascurato e si fece molti nuovi amici tra i fiori. Divenne la pianta più bella e ammirata dei dintorni ma non se ne inorgoglì mai. Rimase sempre amico di tutti e continuò, semplicemente, a splendere felice nel suo meraviglioso nuovo giardino.
©Federica per Storie in punta di righe
Giuseppe Sabino
Suscita un’esplosione di tenerezza infinita! Non riesco a trovare parole giuste per quello che ho provato nel leggerla, una innata dolcezza!
Federica
Grazie <3 <3 <3
Federica
Sono stra-felice che ti piaccia e che ti abbia emozionato!! 🙂 😀