IN GIARDINO E DI PAPAVERI: PENSIERI E DIVAGAZIONI DEL VENERDÌ
Vi ricordate del mio post sul giardino? Ebbene, siamo a giugno e il mio fazzoletto di terra aspetta ancora di essere vangato del tutto. Prima è arrivato il brutto tempo a fermarmi, poi il troppo caldo, in mezzo un po’ di altre cose, e sono riuscita a farne soltanto metà. Se terminerò il lavoro? Sì :-D.
Parallelamente, ho continuato a coltivare piante in vaso. Fiori, innanzitutto: ho piantato lilium, iris, gladioli, rose, incarvillea, aquilegia (anche se resta un po’ piccola). Ho seminato dei Geranium (Gerani selvatici). È un genere che appartiene alla famiglia delle Geraniacee (come il genere Pelargonium, i gerani che troviamo comunemente nei negozi di fiori, nei garden e facilmente al supermercato e il genere Erodium, che annovera piccole piantine davvero deliziose, per lo più tappezzanti) e che comprende numerose specie di piante sia perenni che annuali, originarie dell’Asia, dell’Europa e del Nord America. I Geranium amano stare in posizioni luminose ma parzialmente ombreggiate e riparate. Basta loro, infatti, il sole del primo mattino e quello del tardo pomeriggio per crescere e fiorire, quello delle ore centrali è troppo forte e li danneggerebbe, tanto più che amano le temperature non eccessive. Preferiscono i suoli ricchi, sciolti e ben drenati, anche se molte specie si adattano a qualsiasi tipo di terreno. I semi che ho acquistato sono di Hardy Geranium (o Geranium nodosum), selezionati per produrre fiori nelle sfumature del blu, del viola, del rosa e del bianco. Di dieci ne sono nati 4. Vedremo cosa mi ha riservato la natura. Ho seminato, inoltre, anche della salvia ornamentale blu (Salvia farinacea). Le piantine sono ancora molto piccole, raggiungono più o meno il centimetro.
Ho coltivato anche piante che starebbero meglio nell’orto, ma che crescono bene anche in vaso: fragole e insalata da taglio. È più facile controllarne la crescita e togliere eventuali erbacce. Ho seminato pure dei pomodorini rotondi, che sono stati poi trapiantati in piena terra, anche se sarebbero potuti serenamente stare in contenitore.
In un vaso, quello dei lilium, oltre all’erba è spuntata una pianta di Papavero comune (Papavero rhoeas, il Rosolaccio). È una pianta rustica robusta e resistente, il cui fiore è molto delicato, per via dei suoi petali sottili e lo stelo esile. Osservandolo, è facile capire perché i pittori ne rimanessero tanto affascinati. Il colore è così vivo e brillante che sembra parlare, di una tonalità piena, corposa, dai riflessi ondeggianti. Nel linguaggio dei fiori, il papavero significa consolazione e semplicità. E non è difficile crederci, vista la capacità del fiore di rasserenare e donare tranquillità a chi lo osserva.
Vi lascio, in attesa di finire e veder crescere il mio giardino, con una mia piccola poesia dedicata al papavero.
Pianta pioniera della primavera,
i suoi petali sono carta finissima
che ondeggia di riflessi e vita
sotto il sole e il vento.
Fermano i papaveri lo sguardo
dei passanti,
sfavillando nei campi, tra le spighe,
lungo le strade, tra i sassi e nei giardini,
come macchie rosse che
non sfuggono al canto dei poeti
né alla tela del pittore.
Amo i papaveri
perché dentro hanno un mondo di colore.
©Federica & Storie in punta di righe