LA NASCITA DELLE ROSE

Simbolo d’amore e di bellezza, di grazia e raffinatezza, la rosa è considerata la regina dei fiori e dei giardini. Un giardino non può dirsi tale, se non vi abita almeno una pianta di questo elegante e dolce fiore.

Fonte d’ispirazione per poeti, scrittori ed artisti, la rosa è protagonista di poesie che ne celebrano la bellezza, di dediche amorose, di romanzi e di molte fiabe e leggende. Ed è proprio una fiaba quella che ho scelto di raccontarvi oggi nel mio post del venerdì, una breve storia fantastica che narra di come, un giorno, grazie a un’aquila e a un giardiniere, sia nato questo stupendo fiore.

roses-3384485_960_720C’era una volta un giovane giardiniere bravo e capace. Appena arrivato in città, gli avevano chiesto di occuparsi di alcuni piccoli giardini e lui aveva svolto il suo lavoro con grande cura e perizia. Aveva tolto tutte le erbacce che vi erano cresciute, piantato nuove e giovani piante, potato quelle vecchie, sistemato le aiuole e ora che i giardini erano tornati al loro antico splendore aveva esaurito il suo compito ed era rimasto senza lavoro. Si recò così dal re e gli propose di prendersi cura del suo giardino e farlo diventare meraviglioso, coltivandovi fiori dai mille profumi e colori. Il re ascoltò con attenzione la proposta del giardiniere e gli rispose che era un’idea eccellente e che l’avrebbe assunto ad una condizione. Al centro del suo giardino voleva fosse piantato un fiore speciale: il fiore più bello che esisteva sulla terra e che fino a quel momento nessuno era stato capace di trovare. Se glielo avesse portato, avrebbe avuto il lavoro che chiedeva.

Il povero giardiniere si sentì smarrire di fronte a quella richiesta. Uscì dal palazzo triste e sconsolato. Aveva visto decine di fiori nel suo lavoro e li conosceva tutti. Nessuno poteva essere il fiore più bello che il re voleva. Non sapeva proprio dove andare a cercarlo e iniziò a disperarsi e a piangere. All’improvviso, un’aquila, che aveva ascoltato tutto, si calò dal cielo. «Non preoccuparti, so dove andare a cercare qualcosa che potrà aiutarti», gli disse, e lo invitò a salire sul suo dorso. Spiccò il volo con un potente colpo d’ali e lo portò in alto, molto in alto, tra le nuvole che si stavano colorando per il tramonto del sole. «Tagliane alcuni pezzetti, sia bianchi sia colorati. Li potrai usare per creare i petali del fiore più bello della terra e portarlo al re». Il giardiniere prese le forbici e con estrema delicatezza ritagliò alcuni lembi di nuvola. Erano leggeri, morbidi e vellutati: ne avrebbe ricavato dei fiori incantevoli.

Mentre l’aquila riportava il giardiniere al suolo, arrivò il vento che, incuriosito da quella strana presenza nei cieli, volle saperne la ragione. Il giardiniere gli raccontò la sua storia e gli spiegò di come l’aquila gli fosse andata incontro, soccorrendolo e portandolo tra le nuvole per poterne prendere qualche pezzetto. Il vento lo rassicurò: aveva girato il mondo e aveva visto molti fiori tutti bellissimi ma non quanto poteva esserne uno nato dalle nuvole e dai colori del cielo. «Voglio aiutarti anch’io: ogni fiore dev’essere bello e profumato di un profumo speciale e inconfondibile», disse il vento al giardiniere e gli regalò un flaconcino riempito col distillato dei profumi di tutti i giardini della terra.

L’aquila ringraziò il vento e riportò a terra il giardiniere, lasciandolo davanti all’ingresso di una grotta, appena fuori dalle mura della città, Lì il giovane poteva lavorare con calma e serenità, senza essere disturbato. Prese i pezzetti di nuvola, ne fece tanti petali leggeri come foglie e uno dopo l’altro li sovrappose, creando decine di fiori di tutti i colori: bianchi, rosa, rossi, gialli e arancioni, un autentico arcobaleno di colori. Li guardò e decise di chiamarli rose. Poi aprì la bottiglietta del distillato di profumi e ne versò qualche goccia su ogni fiore. Ciascuna rosa iniziò ad emanare un suo profumo intenso e particolare, perfettamente riconoscibile e distinguibile da quello delle altre.

Vicino al giovane c’era un riccio che aveva ammirato per tutto il tempo il suo lavoro. Gli disse che tale e tanta magnifica bellezza non poteva essere rubata o sprecata e andava difesa. Regalò quindi al giardiniere alcuni dei suoi aculei affinché li mettesse sullo stelo a protezione del fiore.

Christchurch_Botanic_Gardens_04Nacquero così le rose. Il re quando vide tornare il giardiniere rimase sorpreso. Non pensava che quel giovane ce l’avrebbe fatta. L’eleganza, l’armonia, la grazia dei fiori che gli aveva portato erano talmente grandi e incantevoli che non gli rimase che assumerlo per sempre come giardiniere di corte.”

©Federica per Storie in punta di righe

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