PRIMAVERA NON ARRIVA MAI TROPPO PRESTO: PENSIERI E DIVAGAZIONI DEL VENERDÌ

La primavera è la prima delle quattro stagioni. Posta tra l’inverno e l’estate, simboleggia da sempre la rinascita, della natura, della vita, degli uomini, che avviene nel passaggio tra la stagione fredda e quella calda.

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Nelle mie divagazioni del venerdì, un breve pensiero, un cammeo, sulla primavera, una stagione che, come diceva Gilbert Keith Chesterton, non è tale «se non arriva troppo presto». Anche se, a volte, certe giornate o certi segnali ci fanno pensare che stia per arrivare, in realtà sono solo presagi, indizi che sta per sbocciare. La natura si prepara a lungo a questo evento, accorda i suoi strumenti uno ad uno finché non è pronta a suonare, per noi, il suo concerto.

Dice bene il proverbio. Una rondine non fa primavera, non bastano il suo cinguettio festoso e il suo volo ampio e rapido per dire che la nuova stagione è arrivata.
Ma la pioggia che cade incessante, l’erba che si scopre, ricomincia a verdeggiare e a crescere, le violette che profumano, lo sbocciare della veronica selvatica, i ranuncoli che spuntano sì. E così pure i campi che si svegliano, le giornate che si allungano e il sole che splende fino a tarda sera. E il canto del merlo e della cincia. Le api alla ricerca di cibo, di polline fresco e impalpabile. Le gemme che si aprono. Le corolle che si svelano. I rami che si inteneriscono e le fronde che cambiano colore. I cieli sempre più tersi.
La primavera ritorna ogni anno. Arriva piano piano, in un crescendo di accordi, come un canto che s’intona di giorno in giorno. La natura conosce il suo corso e prepara per bene la sua meravigliosa sinfonia.

© Federica per Storie in punta di righe

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