OGNI ALBERO È UN RACCONTO CHE VIVE
Tutta la natura è un racconto incantevole che parla a chi si mette, innanzitutto, in sintonia con i protagonisti che gli danno voce e corpo, attori impegnati su di un palcoscenico sempre differente, sia esso il panorama che ci attornia nella sua vastità, come la pianura nell’abbraccio della sua estensione o una vallata, o più ristretto, come un giardino, uno scorcio di parco, un viale. Un racconto che parla a chi, in secondo luogo, sa afferrare e si lascia coinvolgere dalle risonanze progressive del variare continuo dei tempi sulla scena. Dall’interezza del paesaggio che ci circonda sino al particolare dello stelo di un fiore, ovunque volgiamo lo sguardo troviamo motivo per ammirare pagine piene di vita scritte da una natura ricca e composita che mostra memorie che noi possiamo scoprire e svelare solo in parte e solo lasciandocele suggerire dalla poesia delle emozioni e delle riflessioni che ci ispira.
Tra le opere della natura che hanno più da raccontare troviamo gli alberi. Ogni albero racchiude una storia o, ancor meglio, è una storia, che, se vogliamo, possiamo provare a ricostruire affidandoci agli indizi raccolti dalle risposte date a quelle domande che ci poniamo. Possiamo iniziare chiedendoci da quanto tempo l’albero che ha catturato la nostra attenzione si trova lì dove è collocato (in alcuni casi è lì non da anni, ma da secoli…), se è stato seminato da mani gentili e premurose e poi trapiantato – e per quale motivo, occasione o circostanza – oppure se è germogliato spontaneamente secondo natura. Altre domande che si affacciano, tra le tante, alle finestre della nostra mente e cuore sono: chi ne ha avuto cura lungo gli anni? Quante persone si sono davvero accorte della sua presenza, l’hanno amata e hanno provato riconoscenza e gratitudine per essa? E quante, al contrario, non l’hanno mai compresa e hanno perso l’occasione per ammirarlo? E, ancora, come è stato per l’albero il susseguirsi delle stagioni, ora favorevoli, ora avverse, e quali segni gli ha lasciato?
Ogni pianta, infatti, è una storia fatta di continuità e costanza e di perenni mutamenti. Anche l’albero secolare, che a noi può sembrare il medesimo albero di tutti i giorni, è nato e cresciuto, ha vissuto la giovinezza e ha conosciuto e resistito alle intemperie. È vissuto (e ancor vive) di pioggia e rugiada, di sole, di terra dove affonda le sue radici. Le sue foglie e i suoi rami sono ondeggiati per le brezze e scossi, talora fortemente, dai venti che li attraversavano. Si è riflesso nelle acque dei fiumi e dei laghi, ma soprattutto negli occhi di chi lo ha guardato. È fiorito regalando splendore. È rinato ogni anno allo schiudersi delle sue gemme.
Fermatevi, in questa stagione invernale e in quelle a venire, ad osservare, da lontano e da vicino, gli alberi, tutti, nella loro singolarità essenziale. Prendetevi del tempo e andate a camminare alla ricerca di alberi nei luoghi che preferite e consideratene la bellezza e provate a porvi domande su di loro. Scoprirete e scriverete anche voi una lunga o breve pagina della loro (e della vostra) storia.
©Federica Rizzi 2017 per Storie in punta di righe