GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

Una giornata dedicata alla poesia

primavera albero singoloOggi è il 21 marzo, il primo giorno di primavera. È anche la Giornata Mondiale della Poesia e la Giornata Internazionale delle Foreste. Mi piace notare e sottolineare come il giorno che segna l’inizio della nuova stagione sia dedicato alla poesia e agli alberi. Entrambi due elementi importanti o, meglio, fondamentali per la nostra vita. Poesie e alberi si assomigliano: ci donano bellezza ed emozione grazie al lavoro delle radici che, nascoste ai nostri occhi, scendono in profondità a cercare le migliori sostanze necessarie a creare e nutrire lo splendore.

Scrivere poesia

Se vi ricordate, nel mio articolo Intermezzo ho già scritto che la poesia è una forma d’arte preziosa, perché ha come fine la creazione di bellezza. Difendevo inoltre la tesi della necessità di leggere poesie e ne spiegavo i motivi. Oggi, nel giorno in cui si celebra la giornata della poesia, provo a riflettere sulle ragioni per cui tutti noi, chi più, chi meno, possiamo essere poeti e scrivere versi per noi stessi e per comunicare con gli altri, siano essi destinatari reali, ben individuati, delle nostre opere, oppure anche solo fittizi.

Attualmente, la poesia è soprattutto lirica, un genere molto antico che ha conosciuto nel corso dei secoli espansioni e periodi di dimenticanza. La sua nozione moderna, così come noi intendiamo oggi tale modello, nasce nell’Ottocento, in epoca romantica. Al di là della sua evoluzione storica, credo che tale genere sia nel nostro tempo molto usato perché corrisponde alla necessità di ciascuno di noi di esprimere il proprio mondo interiore e soggettivo (in psicologia si parlerebbe del «sé») e di comunicarlo. E tale mondo personale, per essere manifestato e rappresentato, ha bisogno della poesia. Non può essere solo raccontato o descritto, dev’essere svelato e scoperto. Un’operazione che si può fare solo grazie alla spontaneità dell’arte di comporre versi.

Qualcuno potrebbe obiettare che la scrittura di una poesia sia soggetta a norme codificate (rime, suddivisioni in strofe…) e non certo a spontaneità e naturalezza. In realtà, queste possono essere seguite in modo più o meno elastico: c’è chi sceglie di comporre rispettando le regole metriche (e, potremmo dire, in modo strutturato) e chi preferisce il verso libero. Le ultime tendenze ci dicono di scrittori che arrivano a produrre persino poesie in prosa. Un ossimoro? Sì. Impossibile? No. Il mondo del poeta sente non l’esigenza di dare forma alle parole necessariamente padroneggiando particolari costrutti ma solo quella di trovare e fissare nella pagina note e risonanze. Le parole si dispongono sullo spartito della pagina bianca secondo musicalità e formando immagini che nello spazio ristretto del verso potrebbero non arrivare ad esistere.

Tutti possiamo scrivere poesia perché…

Al di là delle questioni concernenti la forma, tutti possiamo scrivere poesia perché non c’è nessuno che non abbia attese, sogni, speranze, che non abbia domande e non sia alla ricerca di risposte, che non abbia emozioni e sentimenti cui dare voce.
Tutti possiamo scrivere poesia per raccogliere le tracce di ciò che abbiamo intensamente provato e vissuto. È un modo per costruire la memoria dei nostri giorni e della nostra vita.
Infine, tutti possiamo scrivere poesia perché, per comporla, entriamo nelle nostre stanze segrete e veritiere, dove nessuno ha accesso, se non noi stessi, e dove ci ascoltiamo liberamente.

Vi lascio con una bellissima poesia di Antonio Machado intitolata «La primavera»:

Un giorno mi sorprese la primavera
che in tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio
gialle rigonfie gemme delle fronde,
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.

E il sole sulle fronde tenere
era una pioggia di raggi d’oro;
nel sonoro scorrere del fiume ampio
si specchiavano argentei e sottili i pioppi.

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