LA STUPENDA STORIA DI LAGHAT, CAVALLO CIECO
La vita quotidiana è piena di storie belle e coraggiose. Oggi vorrei parlarvi di Laghat, un cavallo che ha gareggiato per diversi anni e ha terminato la sua brillante carriera qualche mese fa, a metà novembre dello scorso anno. Un campione che si è aggiudicato molte competizioni e ha ottenuto numerosi piazzamenti e ora si gode la tranquillità e il meritato riposo del maneggio, immerso nel verde della Toscana, dove vive.
Nato nel 2003, da puledro viene colpito agli occhi da una malattia di origine fungina. Nonostante gli siano state prestate cure scrupolose, rimane cieco. Come può un cavallo che non vede scendere in pista, affrontare le gare e vincere, diventando un campione?
È una storia che assomiglia davvero a una fiaba: nato come una promessa dell’agonismo, a un certo punto Laghat incontra una difficoltà, un ostacolo che sembra insormontabile. Ma i protagonisti delle fiabe non trovano forse lungo il loro cammino degli aiutanti? Ed è così anche per questo cavallo: il suo primo allevatore, il nuovo proprietario, l’allenatore, il fantino che lo monta credono in lui, ne vedono con certezza le potenzialità e le possibilità di svilupparle. Vanno al di là di ciò che la situazione sembra irrimediabilmente suggerire. Si potrebbe pensare che si trattasse di una scommessa persa in partenza e che non valesse la pena darsi tanto da fare. Invece, danno al purosangue un’incredibile fiducia e lui si affida a loro, si lascia guidare e arriva a raggiungere traguardi inizialmente solo sognati, realizzando ciò per cui è nato: correre.
Quando l’ho sentita, questa storia mi ha fatto riflettere e mi è tornata in mente più volte, per diverse ragioni.
Evidenzia la necessità della fiducia in sé stessi e di quella che gli altri ci accordano per realizzare i nostri obiettivi. Sottolinea il valore dell’amicizia e l’importanza dei rapporti unici e speciali che possiamo instaurare col prossimo. Mostra che i limiti o le difficoltà, se non ci si sofferma troppo su di essi, possono diventare opportunità e non impediscono al talento di esprimersi e crescere.
È un esempio che ci insegna a non perdere mai la speranza e il coraggio. Ci ricorda che ogni giorno dobbiamo lasciarci sorprendere.
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